AlessioBaroncini.it
Riflettori su..

Simona Nava: “La Sestese? Mi somiglia in tutto!”

 

Intervistare una persona come Simona Nava esige una preparazione preventiva. Si, perché si deve essere pronti alla sua maniera di essere, diretta, schietta. Si deve conoscere il suo modo di lavorare, concreto, da grande lavoratrice. Si deve apprezzare la sua ironia, tutta toscana. Insomma non si può cambiare: se ti piace è così, se non ti piace … è così lo stesso. Per fortuna il suo modo di essere è apprezzato da chi riesce a conoscerla bene. Per chi non ha ancora avuto l’occasione di fare la sua conoscenza, proviamo a tratteggiare la sua persona, attraverso il suo lavoro nel mondo del softball, con qualche domanda sul campionato della sua Sestese

 

Simona, siamo alla fine del girone di andata della regular season nel massimo campionato di Softball, come vedi la situazione nei due gironi?

Il girone B è un po’ più equilibrato probabilmente da come si vede dai risultati, ma penso di dire che oramai ogni turno è una battaglia e una sorpresa.

Dal girone B, quello della Sestese, negli ultimi anni sono uscite le squadre che alla fine si sono giocate lo scudetto, vedi ancora questa predominanza?

A sensazione direi di si, i risultati vanno verso questa direzione. Nel girone B anche l’ultima in classifica riesce a chiudere partite strette, addirittura con la capolista Bussolengo, dunque nessuna partita è facile. Mentre dall’altra parte Nuoro, che ha il roster rimaneggiato ogni domenica, a seconda degli innesti comunitari e stranieri, ovvio che diventa una squadra a cui è facile portare via un buon risultato.

La novità dell’intergirone a settembre, è una sfida che ti piace?

E’ una bella novità. Diciamo che per le squadre che chiudono nelle posizioni alte può cambiare poco, ma per il resto delle posizioni può valere la salvezza. Conteranno molte cose: prima di tutto può essere di non trovarsi di fronte le stesse compagini della regular season, perché potrebbero esserci nuovi innesti. Saranno tre week end con 4 partite ognuno, dopo la sosta, conterà ritrovare la forma oltre che di gioco anche fisica. Giocare sabato e domenica alla morte richiede una preparazione adeguata. Dunque un agosto dove si ricomincia quasi da capo per registrare tutti gli ingranaggi… tecnici, fisici e mentali

Parliamo infine della Sestese. Quali sono le tue sensazioni, come vedi il cammino percorso dalla tua squadra in questa prima parte di stagione?

Buono, anche se io … caratterialmente non sono mai contenta. Abbiamo mancato delle occasioni, ma visto come stanno andando anche le cose alle altre contendenti siamo tutte lì appaiate, senza mollare di un centimetro pronte a scalare posizione con le unghie.

La squadra messa in campo in questa stagione ha un giusto bilanciamento di atlete esperte e giovani promesse. Come procede la convivenza? Correggeresti qualche cosa?

La squadra ha un giusto assetto. La convivenza è buona, ho anche delle atlete esperte che sono molto brave ad aiutarmi. Le giovani hanno voglia ed entusiasmo, ma mentalmente non preparate alla velocità del gioco, alle decisioni, alla pressione. Ci stiamo lavorando. Sono altalenanti sia di umore che di rendimento ma è anche la loro bellezza, capaci di cose straordinarie e poi perdersi in qualche sciocchezza. E’ un sfida modellarle ed è il mio compito quello di renderle complete e pronte. 

Il gruppo, dici sempre che è una componente importante, riesce a fare la differenza?

Il gruppo è una parte fondamentale. L’anno scorso il segreto della nostra salvezza è stata proprio l’unità di squadra. Una famiglia, un legame molto forte dove si soffre, si piange si ride… ci si diverte. Se non si condividono gli stessi obiettivi non si può andare molto avanti, l’individualità è preziosa ma è unita ad un contesto di gruppo.

Le novità di quest’anno, l’arrivo di Vicky McFarland, straordinaria opportunista sulle basi, di Chelsea Cohen, molto abile in pedana e ben determinata nel box. Delle altre italiane, puoi ritenerti soddisfatta?

Ero preoccupata ad inizio stagione perché eravamo orfani di Monica (Perry) e Chantal (Versluis) che per noi sono state delle fuoriclasse sia in campo che fuori, ma l’entrata di Vicky e Chelsea hanno riempito quel vuoto enorme. Giocatrici talentuose che aiutano il gruppo, oltre al gioco, il loro apporto è fondamentale dal punto di visto dell’approccio. Loro sorridono sempre e portano quella ventata di “divertimento e leggerezza” che spesso perdiamo di vista dall’oppressione di fare risultato. Professionalità e serenità. 

Quali sono i punti di forza e cosa deve essere ancora migliorato?

Migliorare… bisogna migliorarsi sempre. Abbiamo sempre un inning nero che poi ci penalizza sul risultato, questo stiamo cercando di cambiarlo. La concentrazione ogni tanto cala e si buttano via momenti importanti, nel box o nella corsa sulle basi e a questo livello paghi tutto. 

Questa squadra somiglia incredibilmente a te: battagliera, mai rinunciataria, sempre pronta alla prossima sfida. Quanto la senti “tua”?

E’ mia in tutto. Si dice che le squadre assomiglino al “manico” ed è per questo che quando perdono sono io la prima a farmi l’esame di coscienza. Sono il mio specchio e in loro rivedo il mio lavoro, quello che non funziona. Ogni tanto perde questo animo battagliero… proprio per la giovane età. Non mi piace quando abbassano la testa nei momenti difficili, e lasciano che la partita prenda il sopravvento perché al di là del risultato… il campo si onora sempre a testa alta, anche quando l’avversario è più bravo di te e ti travolge… Questo è lo sport.