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La squadra della morte: La vera storia dei Death Row All Stars

La recensione di Stefano Duranti Poccetti per la nuova opera

di Jacopo Rossi Lucattini:

“La Squadra della Morte”, da non perdere!

 

Il nuovo romanzo di Jacopo Rossi Lucattini sulla squadra di carcerati più famosa al mondo

Esistono storie che non crederemmo mai essere reali, quando invece lo sono, dando così vita a una realtà che sembra uscita dalla fantasia. Siamo all’inizio del Novecento quando in un carcere degli Stati Uniti nasce una squadra di baseball leggendaria e vincente, composta da detenuti. Questo avviene con precisione a Wyoming nel 1911, quando lo sceriffo Felix Alston diviene il direttore della prigione di stato del Wyoming. Fino a quel momento i detenuti erano tenuti in condizioni pessime e Alston decide di apportare delle modifiche fondamentali, perché i carcerati abbiano un trattamento più umano. Tra queste modifiche c’era appunto in programma di creare una squadra di baseball, quella che fu la Death Row All Stars. Non si trattava di detenuti qualsiasi: tra loro c’erano stupratori, falsari, ladri, molti in attesa della pena capitale, nella speranza che divenisse ergastolo, e le partite allora diventavano una speranza, un modo per non pensare al futuro, per allievare, almeno in piccola parte, il prossimo supplizio. La squadra scese in campo ben 45 volte, vincendo 39 match e sfiorando la vittoria della Western Division. Poi il team si sciolse, sia per problemi economici che per altri legati a scommesse.

Su questa incredibile vicenda è uscito il libro di Jacopo Rossi Lucattini La squadra della morte: La vera storia dei Death Row All Stars, romanzo di 105 pagine pubblicato da Ascesa dei Vinti, dove l’Autore tratta la storia in modo allo stesso tempo letterario e attento alle fonti, usando uno stile poetico, fluido e piacevole, che ci permette di entrare dentro i fatti storici.

Nulla fu più come prima. L’interesse generato dalla partita fu così intenso, che la storia fu coperta non solo dai giornali del Wyoming, ma da quelli di tutto il Paese, comprese le grandi testate della Costa Est. Le pubblicazioni dell’ovest avevano lodato le prestazioni della stella delle Stelle, e perfino il Washington Post, come scrisse Agnes Seng nella sua successiva lettera al fratello, era uscito con un titolo che strizzava l’occhio al gusto del macabro del pubblico: “assassino mette a segno fuoricampo”. Già, perché era vero, il motivo per cui Joseph si trovava rinchiuso a Rawlins era che stava aspettando l’esecuzione per la sua condanna a morte per omicidio di primo grado.

Una citazione dal volume, per assaporare la splendida scrittura di Lucattini e comprendere quanto al tempo la Death Row All Stars fu capace di fare parlare di sé. Qui si cita quello che era considerato la stella della squadra, Joseph Seng, condannato per aver ucciso il marito della sua amante, e che sperò fino all’ultimo di salvarsi dalla pena di morte, cosa che purtroppo non avvenne, visto che fu giustiziato il 24 maggio 1912.

In definitiva, si tratta di un romanzo da leggere, non solo per gli amanti del gioco del baseball, ma per tutti gli amanti della lettura, che potranno trovarsi davanti a un testo redatto in modo ispirato, dove personaggi e ambienti sono ben delineati. Jacopo Rossi Lucattini è attento a tutti i dettagli e affronta al meglio una storia tanto delicata quanto complessa.

Stefano Duranti Poccetti