Lancers e Lucca, onore al “giuoco” del baseball
Di partite belle capita di vederne, qualche volta, ma di partite che fanno stare veramente tesi, agitati e affannati come quella dei Lancers con le Nuove Pantere Lucca, è raro viverne.
Domenica si sono visti i mille volti di un incontro carico di tutte le emozioni che una partita di baseball può regalare. Dei Lancers sappiamo tanto, ma una parola riassume tutto il loro essere: esperienza. Sanno tutto e sanno fare tutto, inutile provare a gabbare quei giocatori lì. Quindi, alla fine, la novità vera si è rivelata essere la squadra di “ragazzini” di Lucca. Due realtà diametralmente opposte in campo.
Le Nuove Pantere sono “nuove” veramente, tutti ragazzi molto giovani. Una squadra multietnica e difficile da gestire. I ragazzi studiano oppure lavorano o, ancora, vivono lontani da Lucca. Quasi impossibile averli tutti insieme ad un allenamento, provare schemi, conoscersi meglio.
Ma il miracolo, che sempre stupisce, è la facilità con cui questi ragazzi riescono a superare le difficoltà. In pratica si ritrovano tutti insieme solo il giorno della partita, ma sono uniti come se si vedessero ogni giorno.
Domenica non sono riusciti a vincere, ma, di sicuro, hanno impensierito i Lancers.
La prima partita li ha visti soccombere nei primi inning. Il lanciatore partente per Lucca non era “in giornata”, benché abbia tenuto a freno l’attacco Lancers per due riprese. Poi il tracollo: i lastrigiani segnano 4 punti al terzo inning. Cambio di lanciatore sul monte lucchese e un timido tentativo di reazione che porta un punto sul tabellino. Il rilievo “gira” bene e i Lancers vengono comunque tenuti a bada. All’inizio del settimo inning il risultato è Lancers 6, Lucca 1.
Eppure Lucca batte più valide e sbaglia meno. Offrono al pubblico giocate eccellenti, prese al volo che sfidano la fisica, assistenze che vedono passare la palla direttamente da guanto a guanto.
C’è anche tanto nervosismo in campo: l’arbitraggio crea situazioni al limite dell’imbarazzo. I Lancers si indignano e reagiscono, il Lucca si arrabbia e perde la testa. Ed è proprio in quel momento che succede qualcosa che cambierà l’atteggiamento dei ragazzi di Lucca. Si riprendono, arrabbiatissimi, e cominciano a segnare punti, 5 in tre inning. Fermano abbastanza bene la forza dei Lancers che ne segnano solo 3, ma il vantaggio che avevano permetterà loro di vincere la partita.
I giovani del Lucca sono abbattuti: tristezza che, per qualcuno, arriva fino alle lacrime, per il peso di un errore commesso, compromettendo la situazione. Tutto rimane, però, all’interno del gruppo. I ragazzi si consolano a vicenda, si parlano, si incoraggiano: c’è un’altra partita da giocare.
Si va in campo per gara 2 e sul monte sale di nuovo quel primo lanciatore che aveva aperto gara 1. L’orgoglio delle Pantere comincia a montare: la prestazione del lanciatore è completamente l’opposto di quella della prima partita: ha avuto un’altra possibilità e sta ringraziando chi gliel’ha concessa. Tre inning tenendo a zero i forti Lancers. Poi il cambio. Le Pantere segnano 4 punti e i Lancers solo 2. Ancora 4 punti al quinto inning e i Lancers solo 1. Per due riprese le Pantere si fermano e i Lancers recuperano e pareggiano.
Malgrado un arbitraggio che fa perdere le staffe ancora a tutti quanti, pubblico compreso, i ragazzi procedono per i due ultimi inning veramente strepitosi. Ogni palla del finale di partita è combattuta con grinta: si vede evidente, ormai, la lotta fra l’esperienza e l’orgoglio. I Lancers mettono in campo tutto quello che possono, le Pantere si difendono con le unghie e con i denti. Si litiga in campo, il nervosismo è palpabile in ogni gesto. 3 punti all’ottavo inning per le Pantere, 4 per i Lancers. Quando un battitore del Lucca viene colpito per la seconda volta, si rischia che la situazione rovini verso lo scontro più aspro. I Lancers sono avanti di un punto.
Nona ripresa. Il battitore del Lucca viene colpito per la terza volta, alla fine la prende a ridere: ormai è preso di mira più di un bersaglio in un pub irlandese. E’ in corsa per il record dell’anno con Stephen Piscotty dei Cardinals. Però in base è veloce ed è parte di quei 3 punti che le Pantere segnano all’ultima ripresa. I Lancers sono costretti a giocare il loro ultimo attacco. Le Pantere avanti per 14 a 12.
Nessuno si arrende.
I Lancers attaccano con tutto il loro peso di competenza: 1 punto, poi un altro ed è pareggio. Poi l’ultimo affondo, l’ultimo punto che condanna le Pantere a rintuzzare gli artigli. E’ finita. I Lancers urlano la loro gioia liberatrice. Le Pantere salutano mestamente tra gli applausi. Sconfitti, sì, ma con l’onore delle armi.
Stanchissimi dopo quattro ore e mezza di gioco, ma sicuri di aver dato tutto in quella splendida partita, si concedono la meritata doccia che laverà via, insieme alla terra rossa, un po’ di insicurezza.
Sono giovanissimi e stanno affrontando un campionato di serie B, una prova difficile soprattutto per tutte le difficoltà che incontrano per prepararsi a dovere per quell’impegno. Evidentemente, però, la sostanza è buona; ci vuole solo la presa di coscienza della loro forza.
E alla fine eccoli lì, tutti insieme su pochi metri di pavimento a chiarirsi, scusarsi e salutarsi con un abbraccio: quello che succede in campo, rimane in campo. Dopo si è, di nuovo, tutti amici.
Bravi tutti! Queste partite restituiscono il piacere profondo che sa dare uno sport come il baseball.
Le foto sono di adieffe