Le Girls vincenti al debutto !!
Prepari per mesi tutti i particolari che ti servono a rendere migliore quello che fai. Provi, perfezioni e aspetti con ansia di poter provare le novità.
Arriva il giorno del lancio d’inizio. Funziona tutto? Forse no. Dobbiamo correggere quella cosa, dobbiamo dare un’altra strutturazione a quello che ci pareva già perfetto. Problemi? Qualcuno, ma facilmente rimediabile. Poi, magicamente, la domenica “esplode” il baseball. La bacheca dei tuoi social si riempie di risultati, di commenti, di ansia scritta e di fotografie. Che grande cosa Internet! Si comincia con i più giovani, con i campionati più affollati di squadre (per fortuna!). Per le collaborazioni che porti avanti devi occuparti di tutte le partite, nel pieno del campionato sono circa una cinquantina, ogni domenica sera.
Oggi, però, permettetemi di parlare di una piccola grande sfida. Una sola e proprio oggi, perché questo è stato il giorno in cui hanno esordito le Girls’ Team a Grosseto. Perchè proprio loro? Perchè sono una squadra della mia città, certo, ma soprattutto perché hanno risvegliato ricordi che pensavo di aver riposto in archivio. Quando ho visto le foto della partita, invece, sono tornati alla memoria vivaci e freschi come se tutto fosse successo ieri. Non è così, però: sono passati, ahimè, 42 anni. Mentre guardavo quelle foto però, credetemi, non pareva per niente così. Tornano alla memoria le parole degli allenatori che, seppure in tempi pioneristici, si raccomandavano ogni settimana: “Giocate a softball, ma non dimenticate mai di essere femmine. Se avete delle mollettine colorate mettetele fra i capelli e, soprattutto, truccatevi”. Ci dicevano così, veramente! Facevamo riscaldamento a tempo di musica e il pubblico e le avversarie ci guardavano in uno strano modo: eravamo avanti!
Non ho mai amato le palle basse e questo Fausto Camusi (nome mitico per chi ha vissuto il Grande Baseball) lo sapeva, così me ne fungava a decine. Le altre prendevano quelle belle palle al volo, che davano tanta soddisfazione, ma io no: io dovevo allenarmi su quello che mi riusciva peggio. Una cosa il grande Fausto non ha mai guarito: la mia paura di scivolare. Non ce l’ha fatta neppure lui. Così oggi mentre guardavo quelle foto, ho rivissuto esattamente quelle sensazioni, con le bimbe che “frenano” davanti alla base per non investire il difensore, con quell’escludere l’idea di scivolare che fa un po’ poco “femmina”, diciamocelo. Un’altra cosa salta all’occhio da quelle foto: l’amore che ha circondato tutti i ragazzi in campo. Sono stati accettati per come sono, con tutti i loro difetti, pienamente. Nessuno li ha rimproverati per gli errori, ma tutti li hanno incoraggiati e assistiti e consolati. Molte di quelle foto non le invierò per la pubblicazione, sarebbero troppe. Rimarranno nel mio archivio, insieme ai miei personali ricordi.
Poi, mentre stai per chiudere l’articolo, arriva il messaggio dell’allenatore di quelle bimbe. Non posso, non posso proprio non condividerlo, perché è troppo bello: “ Cri … che emozione … che tenacia … quelle lacrime che non sono un segnale di debolezza, come pensano “stupidamente” gli uomini, ma sono forza, energia, rabbia e soprattutto tenacia. Hanno dimostrato di voler raggiungere un obiettivo come solo le donne sanno fare … e qualora ce ne fosse bisogno hanno dimostrato che ne vale sempre la pena!”. Ecco, volevo ribadire il concetto:
questo è il baseball e questo è l’allenatore di una squadra di ragazze.
“Forza Ragazze, non si piange nel Baseball !!”
Le foto sono di Gustavo Arduini