Il Baseball, le Scuole e Lino Luciani
Vogliamo dedicare questo articolo a Lino Luciani e a chi, come lui, dietro le quinte organizza il lavoro con le scuole. Un elemento di promozione grandissima per il nostro sport a cui un po’ tutte le dirigenze federali passate e presenti, hanno detto di far riferimento per ripartire.
Volutamente non abbiamo inserito nomi di società che ieri o oggi hanno supportato questa attività di Lino ed hanno permesso che la festa di fine anno si realizzasse a pieno.
Abbiamo parlato di una persona a cui non piace la ribalta, che fa le cose sottovoce, che ama il rapporto con i piccoli e che ha visto crescere sotto la sua guida fior di giovani giocatori che hanno indossato la maglia della nazionale e sono stati ammessi in Accademia.
Ce ne sono molte di queste persone in Italia? Ebbene è a tutti loro che con questo articolo vogliamo che vada la nostra gratitudine.
———
Domenica 11 gennaio 2017 ore 21.56, sul display del telefono compare il nome “Lino Luciani”
Qualche convenevole e poi:
“Dobbiamo organizzare la festa finale delle scuole.”
“Per quando?”, chiedo
“Maggio”
“L’hai presa con poco anticipo, insomma!”
“Lo sai come sono fatto, no?”
Sì, lo so: lavorare con Lino significa entrare in un frullatore. Idee nuove che si succedono senza soluzione di continuità. Devi fermarlo, qualche volta, o ti travolge. Ti mette addosso la sua stessa fretta, ma ti sostiene con la sua tenacia sconfinata. Ti mette ansia e poi ti senti dire “Non ti preoccupare, con calma ce la facciamo”. Lavorare con Lino è un attentato alle funzioni cardiache, però mai e poi mai perderei l’occasione di godere della soddisfazione finale. Alla fine tutto trova magicamente il suo posto e gli eventi riescono benissimo.
Così abbiamo cominciato a creare qualche cosa che non c’era, a perfezionare tutti gli aspetti di quella nuova creazione.
121 giorni di lavoro.
Telefonate alle ore più impensate, perché nel frattempo Lino è impegnato con il lavoro, con le scuole, con gli allenamenti, con suo figlio e, alla fine, anche con questo progetto. Chat fino a notte fonda, ben sapendo che, se non risponde dipende dal fatto che si è addormentato, sfinito dopo una giornata di lavoro.
Questi sono gli aspetti di un’organizzazione assolutamente non rimunerata, che ha bisogno di passione e sacrificio e completamente digiuna di gratificazioni. Dispensa spesso, invece, critiche e accuse. Ma lasciamo stare.
121 giorni per creare un regolamento. Lino ha un suo modo personalissimo d’insegnare ai bambini e, quel regolamento, deve rispettare le abitudini che i suoi allievi hanno acquisito.
121 giorni per impazzire fra elenchi di nomi, liste di materiali, note di cose da fare, appunti di tutti i generi. Lino ha una memoria mostruosa, ma è sempre meglio appuntarsi le seimila cose che ti dice ogni giorno.
121 giorni per organizzare un progetto che include 5 distretti scolatici. Le squadre che andranno in campo sono quelle delle classi terze, quarte e quinte. I più piccoli giocano a baseball, ma non partecipano al torneo. Faranno il tifo per i loro compagni.
121 giorni per suddividere le 23 classi in squadre maschili e femminili; trovare una soluzione per quei gruppi che non hanno abbastanza elementi per completare una squadra. Sbattere la testa al muro quanto non ne hanno abbastanza né per la sezione maschile, né per quella femminile. Telefonate per chiedere chiarimenti su soggetti il cui nome straniero confonde ed è difficile assegnare il soggetto a una delle due suddivisioni. Lino si ricorda di tutti i suoi ragazzi, non ci sono problemi.
121 giorni per definire 20 squadre femminili e 22 squadre maschili, identificare ogni gruppo con un nome, sperando che non venisse cambiato nel frattempo. Assegnare un colore di maglia a ogni squadra.
121 giorni per mettere a punto 6 calendari di gioco diversi, ricontrollarli, verificare che le squadre ci fossero tutte e che non ci fossero inesattezze. Inserire turni di riposo perché, per quanto si possa fare, il numero delle squadre può essere dispari e non pari.
121 giorni prima di arrivare al 12 maggio, il giorno della verità.
Il fiore è sbocciato ed è bellissimo.
Sotto il controllo e la collaborazione di 38 persone che hanno arbitrato, lanciato, supervisionato ogni singola partita, i bambini di Lino Luciani erano pronti per giocare il loro torneo.
Sapete quanti bambini hanno giocato in una mattinata allo stadio? 484.
Potete immaginare che fantastico colpo d’occhio possa essere quello di un campo di baseball in cui 484 bambini, giocano, urlano, ridono e si divertono. C’è un solo filo che unisce tutto e tutti, su quel campo ed è Lino Luciani che lavora tutto l’anno, da solo, per arrivare a questo risultato. E’ un importantissimo punto di riferimento per tutti i bambini.
Momenti ed esperienze che nessuno, dico NESSUNO, conosce e che danno senso al fare, mai abbastanza apprezzato, di persone come lui.
Ah, l’ultimo foglio consegnato a Lino era la lista delle cose da ricordare. Lì c’era scritto di tutto, dal nome dello speaker che doveva presentare l’evento, all’acquisto del cartoncino bristol.
Poi c’era l’ultima raccomandazione, del tutto personale, in fondo, scritta in grassetto, carattere 28:
“RICORDATI DI STARE SEMPRE CALMO!”
A corollario inseriamo il link alle belle foto di Carlo Marcoaldi