In una volta sola
(Dedicato all’Italia Under 19 Softball, Argento agli Europei di Sant Boi)
Un attimo di quiete e ti siedi in panchina. Guardi il campo ma, in realtà, non lo vedi. Ti serve il pensiero del cammino che ti ha portato fino a lì, in quel posto e in quel momento. Ti serve ricordare a quando hai pensato alle tue avversarie di oggi, studiandole, cercando di capire bene quali fossero i loro punti deboli e poi accogliere la certezza che si consolida: siamo forti, possiamo riuscirci!
Non si può lasciare andare un sogno che sembrava, solo poche ore prima, inarrivabile. Mai rinunciare a vivere un sogno, nessun rimpianto, meglio una delusione: è una finale, che diamine!
In questo sport è così, uno vince e uno perde, ma questa volta non vuoi essere tu quella che perde.
Adesso sei in prima linea contro le avversarie che vi hanno già sconfitto una volta, qualche giorno fa. Adesso conoscete anche loro, sapete che tutto ruota intorno alla loro giocatrice più forte, che sono tutte brave, ma che un cuore per giocare, un cuore come il vostro, loro non ce l’hanno.
Osservi l’avversaria che si prepara per battere. Ruota la mazza e ti guarda.
E’ l’ultima parte dell’ultimo inning e hai già dato tantissimo: hai dato una partita intera. Ma ce n’è ancora abbastanza, per andare avanti. Hai avversarie che ti circondano pronte, su ogni base, per aggredire e segnare il punto della vittoria. Le tue compagne si sono raccolte, per qualche istante, intorno a te, il tempo di sostenerti con qualche parola di incoraggiamento. Tutte concentrate, tutte pronte a battagliare, come te, armate di intenzione e determinazione.
Guardi le tue amiche e guardi le altre. In pochi attimi mille pensieri si coagulano e si sciolgono.
Si va a battere con lo smalto sulle unghie e con i glitter sulla pelle del viso, con i nastri colorati fra capelli intrecciati. Il piacere e l’orgoglio di essere donne.
La palla tradisce il tuo nervosismo, l’attesa del momento giusto; la fai ruotare con la punta delle dita, ancora e ancora.
Ricerchi la solitudine della concentrazione, il silenzio solo tuo. Ora niente ti sfiora.
Ora è quello strano momento in cui passeggi sul confine tra realtà e riflessione, valutando con razionalità e chiedendoti se sei adatta a stare lì, in quel preciso momento, se sei in grado di sostenere le aspettative di tutte le altre; se sei capace di non darti per vinta, affrontando quel frammento di vita che pare una scalata, alternando un po’ l’istinto un po’ la ragione, azzardando nuove soluzioni, con tutto quello che hai imparato sommando le tue esperienze, con il prodotto di quello che sei.
Il vento leggero muove i tuoi capelli, ma lo fa con una dolcezza che piace ai tuoi pensieri, non li disturba. E’ l’unica sensazione che ti lega all’esterno di te.
Nascondi la palla dentro al guanto, sei pronta ad avere cura di ogni prossimo lancio e a non avere paura di nessun avversario, attenta a non sbagliare, chè in partite come questa più ci si avvicina alla fine, rimanendo in parità, più è sicuro che perderà chi commette il primo errore. Più si procede in avanti e più si può sbagliare, per stanchezza, per nervosismo, per un calo di attenzione.
Ma eccola lì, eccola la palla che hai accarezzato e che ora tradisce; una battuta che non riesce a spingerla lontano, che la fa rotolare a pochi metri da te, ma non puoi prenderla e, intanto, l’altra arriva a punto. Eccolo lì l’errore, eccolo lì lo squarcio che non doveva esserci.
E’ finita.
Volti le spalle alla delusione e esci dal campo, con l’orgoglio che, se ferito, è bagnato di lacrime. Ferito, ma non sconfitto.
Le lacrime portano via il trucco, mentre la colonna sonora del tuo dispiacere è la stessa che grida la gioia delle avversarie.
Le Foto sono di Alessandro Princic. Lo ringraziamo. In questa appena sotto, Sara Riboldi riceve il meritatissimo premio come miglior giocatrice del Torneo. Sara ha lanciato ottimamente ed in maniera completa le ultime due partite, semifinale e finale, per un totale di 12 inning, tutti in un giorno. E’ a lei, alle altre nostre bravissime lanciatrici ed alla straordinaria Georgina Corrick della Gran Bretagna che questa “poesia” è dedicata. Alla prossima!
Grazie per le bellissime parole che hai scritto….in poche righe hai raccolto l’emozione di giocarsi una finale europea. Grazie di nuovo…spero che tutte le donne, non solo le grandissime atlete che hanno avuto l’onore di far parte di questa squadra, possano leggerle.