“Frammenti di Baseball” un libro da leggere
Stefano Duranti Poccetti, lo sai, te l’ho detto, non sono esattamente un critico letterario (come lo sei tu, con successo) e neanche sono molto portato per la letteratura; mi trovo meglio con i numeri. Questo non vuol dire che non legga, per diletto, nel mio tempo libero e che non sappia riconoscere chi sa scrivere davvero bene e ci mette del sentimento. Ecco, Stefano, tu sei davvero bravo in questo.
Conosco la tua storia, hai iniziato ad interessarti al Baseball da grande. La curiositĂ ti ha portato ad avvicinarti al “giuoco” ed hai voluto provare da dentro, dal giocare, dal vedere come ci riesci, dal far parte di una squadra di amatori. La letteratura, il cinema sono inscindibili da te, sono il tuo terreno fertile; molto piĂą facile per te iniziare a divorare tutto ciò che è stato prodotto e che ruota intorno ad esso, per avere un’idea complessiva e per rendersi conto delle mille sfaccettature che contribuiscono a creare il mito di questo sport.
Mi hai contattato, hai iniziato con lo scrivere A Teatro con il Baseball, un breve testo teatrale tragi/comico, e poi hai continuato con quattro interventi, che abbiamo pubblicato sul blog, in cui hai voluto evidenziare le differenze tra i film ed i romanzi da cui sono stati tratti:
- “Il migliore” di Bernard Malamud. Un romanzo malinconico per un film da sogno
- “Shoeless Joe” di William Patrick Kinsella. Un romanzo sui sogni, un inno al baseball
- “Underworld” di Don DeLillo. La magica palla che delinea il volto dell’America
- “Il mio nome è Jackie Robinson” di Scott Simon. Combattere la segregazione attraverso il baseball
Ora la tua prima uscita letteraria sul Baseball, una raccolta di Frammenti di Baseball, come hai voluto definirli tu, una raccolta di flash, così come ti sono venuti in mente, dalle letture, dai film, ma anche da quello che senti, da quello che vivi, guardando una partita o giocando. E quello che era “giuoco”, come io lo avevo definito prima, diventa “GAME”. Assume una nuova essenza.
Sei caduto nella trappola “For the Love of the Game”. Avvicinarsi al Baseball, conoscerlo, non può che farci innamorare dei mille rivoli che lo compongono. La tua raccolta di frammenti si legge tutta di un fiato; ogni pagina, ogni riga, lascia una traccia indelebile del Baseball che fu, della sua nascita, di quello che è stato nel secolo scorso – intriso di storia, delle lotte razziali, tanto da diventarne un terreno di rivendicazione – ma anche del cinema, del romanzo, del sogno vivo di ogni bambino di poter giocare a grandi livelli per raggiungere la gloria come suoi idoli in campo. Ma ogni GAME ha il suo “frammento”, l’azione risolutiva arriva dopo la grande attesa; ed quella che rimane in mente. Inspiegabilmente è così!
Ho apprezzato molto come ogni tuo “frammento” resti comunque… “sospeso”, cosicchĂ© il lettore possa appropriarsene e con l’immaginazione ripercorra e riviva l’intensitĂ del momento, del ricordo, dell’esperienza evocata. E’ bello saziarsi di ciò che piĂą è profondo nel nostro essere. E non occorre andar troppo lontani per cercare il “frammento”; lo si trova nelle partite degli amatori, in quelle delle finali scudetto, come in quelle dei nostri “ragazzini”.
Una raccolta che non vi basterà leggere una sola volta, ma che richiamerà frequentemente la vostra curiosità , perchè è su quelle righe che avete riposto i vostri ricordi, le vostre sensazioni ed i vostri sogni di Baseball la prima volta che lo avete letto.
Complimenti Stefano, Baseball si scrive con la B maiuscola!
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