Il Baseball, un mondo fatto in casa (prima parte)
Di certo il Baseball non fa parte dell’èlite degli sport più praticati in Italia e non gode di tutta quella popolarità che a nostri occhi sarebbe auspicabile avesse. Sarà forse per questo che risalta ancora di più quello che i singoli fanno per questo sport in ogni singola piazza, sia essa una metropoli come Milano o Roma o un piccolo centro nelle campagne del nostro bellissimo e variegato Paese. Mi vengono in mente mille esempi: il campo pubblico costruito nel Parco Forlanini a Milano per iniziativa dell‘Ares e del “Faso” oppure, perchè no, la voglia di giocare delle ragazze del Supramonte e la rabbia per essersi dovute ritirare dal Campionato di A2 dell’anno scorso per le note ragioni economico/organizzative.
Alla Toscana, a Livorno, in particolare, la storia ha regalato lo storico incontro amichevole che si è giocato tra marinai americani nel 1884, che segna la nascita del Baseball in Italia. Ma da quel giorno, passando dalla creazione di una Federazione e di campionati ufficiali, fino ad arrivare ai nostri giorni ne è passata di acqua sotto i ponti. Parlando ancora di Livorno, la realtà che io vivo, e parlando di quelle figure simbolo, non posso non citare Alfredo Sisi, il fondatore del Baseball livornese, con i suoi aneddoti e le sue storie che parlavano di un Baseball di pionieri con palle e guantoni fatti in casa. Alfredo ci ha lasciato solo un anno fà ma ha indicato a più di una generazione di appassionati i suoi insegnamenti e l’esempio del suo impegno. Forse non tutti sanno che in una città come questa, notoriamente di sinistra, nel quartiere Corea, che ancora oggi è considerato la roccaforte comunista, è stato un sacerdote Don Nesi negli anni ’70 a raggruppare un certo numero di ragazzi per formare una squadra che aveva a disposizione un proprio campo.
Sono solo esempi di come la passione e l’amore per questo sport possa riuscire a farlo sopravvivere e sviluppare. Che cosa possiamo fare noi? Beh di certo facciamo moltissimo. Guardiamoci intorno: siamo tutti in qualche modo impegnati. Le nostre realtà sono piene di esempi. Ci sono genitori o ex giocatori che si sono scoperti ed affermati come presidenti, allenatori, arbitri, come giardinieri e addetti alla manutenzione dei campi. Altri sono presenti nelle scuole a dare il loro contributo con i più piccoli.
E per l’organizzazione dei campionati regionali o dei tornei estivi, chi dobbiamo ringraziare? Sempre loro.
Non si puo’ certo dire che il Baseball sia come il nuoto. Accompagno mio figlio in piscina e vengo via. Al campo c’e’ sempre qualcosa da fare, qualcosa da organizzare, qualcosa per cui c’e’ bisogno di confrontarsi con altri.
Beh devo dire che nel mio piccolo, nel mio caso, è questa passione per lo sport, la voglia di seguire i miei figli che mi porta anche a me a dare i mio modesto contributo per un Baseball migliore.
(Che bello, mi sono dilungato e… a domani la seconda parte!)
Paolo Baroncini