La strada di un sogno
“Se quando ero ragazzo, qualcuno mi avesse detto che, un giorno, sarei arrivato a questo punto qua, probabilmente gli avrei dato del pazzo. Ho sempre sognato, quando ero più piccolo, fantasticando sul filo delle leggende dei giocatori americani, su quel Sadaharu Oh, che sono riuscito ad incontrare, con cui ho potuto parlare. Leggevo ogni testo in inglese che mi capitava sotto mano, per conoscere il mondo del baseball. Ho iniziato a giocare e sognavo di giocare nel Grosseto. Poi, quando sono arrivato nel Grosseto, sognavo di giocare in Nazionale e poi, quando ero, in Nazionale mi piaceva di essere anche uno di quelli bravi. Poi volevo allenare e quando ho deciso di smettere di giocare, ho allenato. Allora mi sono detto “Però mi piacerebbe allenare la Nazionale” e sono arrivato ad allenare la Nazionale, per dieci anni. Bisogna riuscire a sognare, sognare nel modo giusto:è importante avere una visione.” (Marco Mazzieri)
Il sogno, la visione e un buon maestro, perché è fondamentale che l’esperienza sia trasferita da chi ha già raggiunto un alto livello a chi deve ancora cominciare. Deve passare dal maestro al sogno di ogni ragazzo, per poi diventare realtà.
“Quando scegli un Maestro scegli cosa diventare” (cit)
Il sogno “giusto” è quello che riusciamo a far diventare realtà, altrimenti rimarrà sempre e solo una fantasia, un rimpianto.
L’insegnamento di chi il proprio sogno l’ha già realizzato, deve diventare azione, deve trasformarsi in qualcosa di concreto.
Non basta sognare.
Per realizzarsi dobbiamo “vedere” il nostro sogno, quello è l’inizio. L’idea è solo la scintilla della nascita, poi dobbiamo provare a renderla concreta.
E’ l’inizio del cammino della propria realizzazione, regolando tempi e modi per rendere il percorso più agevole a se stessi.
Un passo dopo l’altro, il sogno deve appartenerci sempre più. Deve essere “il nostro sogno”, non quello di altri. Deve essere tagliato addosso a noi, come se fosse un vestito. La bella notizia è che i sarti siamo noi stessi.
Un passo dopo l’altro, provando ogni più piccolo particolare; ricominciando ancora e ancora, mettendo in ordine tutte le informazioni che abbiamo ricevuto.
Un passo dopo l’altro, senza mai guardare indietro, fino a quando non si raggiunge la prossima meta.
Nel cammino scopriremo la nostra forza, la tenacia, la capacità di essere resistenti, il nostro potere, la magia dell’appagamento.
E la paura? Non avremo paura?
Sì, ne avremo.
Allora dovremo ricominciare da capo. Ricominciare dal sogno, modificalo, essere più elastici, volerci più bene. Ammettere con se stessi che c’è qualche cosa che non sappiamo affrontare, ma ricordandoci che, nel baseball, non c’è niente che possa fare paura. Cancellare i timori, vivendo il momento, vivere un solo istante alla volta.
Cercare di nutrire ancora la perseveranza. Ritrovare la forza e proseguire.
Nessuno ci assicura il successo. Possiamo farlo soltanto noi.
E intanto crescere, forse senza neppure accorgerci che lo stiamo facendo.
Il baseball è come la vita, esattamente come la vita.
E sempre, sempre, sempre metterci il cuore, perché come ho sentito dire a Marco Camusi “Se non ci metti il cuore che giochi a fa’?”
Continuate a camminare verso il sogno!