Liberi di Giocare.. anche a Baseball e Softball
Vogliamo intervenire anche noi sul dibattito sempre presente in qualsiasi disciplina sportiva, dal calcio all’atletica, dal nuoto alla pallavolo, dal baseball al softball: quello relativo al vincolo sportivo.
In maniera più o meno chiara, la quasi totalità delle federazioni sportive hanno incluso nel loro statuto delle norme secondo le quali lo svolgimento dell’attività sportiva degli atleti dilettanti, o comunque non professionisti, è possibile solo con il “tesseramento”, con il quale nasce, di fatto, il vincolo sportivo nei confronti di una associazione o società sportiva.
Con la sottoscrizione del tesseramento l’atleta si obbliga a praticare l’attività sportiva esclusivamente nell’interesse dell’associato (società o associazione sportiva) assumendosi contestualmente l’impegno di non praticare il medesimo sport con altro sodalizio, salvo il consenso dell’associato vincolante, per un periodo di tempo oltremodo irragionevole che varia da federazione a federazione.
Ma quanto dura? Alcuni esempi:
per la Pallacanestro il vincolo inizia a 12 anni e termina a 21;
per la Pallavolo ha durata annuale e termina a 24 anni;
per il Nuoto il vincolo dura 8 intere stagioni;
per il Baseball – l’art.. 12.2. Federazione Italiana Baseball Softball “Il vincolo sportivo degli atleti presso le società inizia con il tesseramento dell’anno in cui viene compiuto il 14° anno di età ed ha termine con il tesseramento dell’anno in cui viene compiuto il 32° anno per le donne ed il 38° anno per gli uomini ed è sottoscritto dagli stessi nel rispetto dei regolamenti e delle norme federali.

C’è da dire, inoltre, che il “vincolo sportivo” non esiste nella maggioranza degli stati europei.
Purtroppo la possibilità di “svincolarsi”, cioè di acquisire il proprio cartellino, non è una cosa possibile a tutti, perchè implica il pagamento del valore di riscatto alla società alla quale appartiene l’atleta e che dovrebbe rappresentare il rimborso delle spese sostenute negli anni per la valorizzazione e la crescita dell’atleta dilettante, un valido aiuto per il sostentamento dei sodalizi sportivi. Ma si puo’ veramente parlare di questo? Molto più spesso i ragazzi e le loro famiglie sono tenute al pagamento di una quota mensile, a volte neanche troppo irrisoria, per lo svolgimento dell’attività sportiva che non comprende il pagamento della necessaria certificazione medica, dell’uniforme, delle tute sportive, delle borse e delle scarpe.
In particolare nel nostro sport, sempre più povero, sia in termini economici che nel numero dei praticanti, è eticamente giusto costringere un atleta, per sue personali motivazioni (es. voglia di crescere, di farsi esperienza, obiettivi diversi da quelli della propria società, ecc. ecc.), non trovando l’accordo e non avendo le capacità economiche proprie o di terzi, a rinunciare per mesi allo svolgimento dell’attività sportiva o addirittura ad abbandonarla definitivamente??
Il Baseball e il Softball se lo possono permettere??
Il 30 Novembre è il termine ultimo per poter accedere allo svincolo unilaterale a valere per la stagione 2016.
Questa è la Circolare-Svincolo-Unilterale-2015 alquanto complessa e poco decifrabile della FIBS. L’ufficio tesseramenti potrà chiarirvi le idee, magari con riferimenti ad altri casi capitati in passato.
In particolare, per i ragazzi che compiranno 14 anni nel 2016, il nostro invito è quello di richiedere alla Società sportive, con le quali andrete a firmare il cartellino, la contestuale firma di una dichiarazione da depositare alla FIBS che fissi ad un anno la validità del vincolo.
Di contro, alcune Società si sono manifestate particolarmente sensibili a questa problematica ed hanno voluto fissare questo tipo di regola direttamente nel loro Statuto: un esempio etico da seguire.
Fateci sapere che cosa ne pensate e ringraziamo pubblicamente queste Società etiche facendo sapere il loro nome.
Questo è l’interessante articolo al quale abbiamo fatto riferimento Liberi di Giocare….. e non solo a Calcio
Buonasera,
Sono sicuramente d’accordo nel rispettare le volontà e le aspirazioni dei giocatori. Si può discutere di tutto, ma attenti che é un’arma a doppio taglio. Allenare e magari valorizzare un giocatore ci vuole tanto……. svalorizzarlo ci si mette poco……
Sul discorso delle quote, lasciamo stare che nelle nostre società moltissimi tecnici, forse prendono il rimborso spese, e alcuni neanche quello. Prima di dire che le quote sociali sono alte, prendete in mano qualche bolletta di acqua e luce degli impianti e poi vediamo se possiamo coprirle con le quote sociali.
Per tornare al tema, Quello che spesso manca é la fiducia della famiglia negli allenatori che crescono i giocatori, che spesso sono i primi che vogliono il meglio per i propri giocatori.
Ripeto sono d’accordo per la “libera circolazione” ma stiamo attenti.
Saluti Luigi