“Yakyūdou. La via al baseball giapponese” di Filippo Coppola. Perfetto da leggere
“Yakyūdou. La via al baseball giapponese” di Filippo Coppola. La storia del gioco e della sua filosofia
In Italia il baseball è considerato uno sport minore, eppure, accanto a bravi giocatori, vi sono bravissimi studiosi, in grado di creare ricerche valide sul piano internazionale. È il caso per esempio di Filippo Coppola, che con Yakyūdou. La via al baseball giapponese, ci racconta la storia dello sport nipponico, che lì è quello nazionale, come nessuno aveva mai fatto in Europa, attraverso un preciso studio storico con tanti aneddoti interessanti, mettendo insieme una squadra di lavoro eccellente, infatti all’interno del volume, pubblicato ultimamente con Amazon, si trovano contributi anche di Michele Pepe, Michele Dodde e Nicolò Gatti, con introduzione di Pietro Striano, anche supervisore del testo, insieme al correttore di bozze Carlo Avvisati. Il libro è stato prodotto inoltre da Baseballmania.eu e da Ascesa dei Vinti.
“Una vita armoniosa tra le parti, in collaborazione con la natura e con il pantheon infinito di divinità giapponesi, nel quale il singolo individuo conta se vive in armonia con le parti che ha intorno a sé.” Sono le parole di Striano nell’introduzione, che mette in evidenza quanto il baseball in Giappone (Yakyūdou significa proprio baseball) non sia semplicemente uno sport, ma anche una filosofia di vita, fondata sull’equilibrio e l’armonia, in linea coi principi nipponici.
Sono più di duecento pagine dense di storia, vicende, miti, statistiche, ritratti di giocatori, dove l’attento Filippo Coppola sviluppa una narrazione allo stesso tempo puntuale e piacevole.
Questo record non s’ha da fare…/ Questa è quasi certamente una frase che avranno pensato tre battitori Gaijin che hanno fatto molto bene in NPB in due epoche diverse e che si sono trovati di fronte all’impossibilità di stabilire il record di fuoricampo battuti in una stagione./ Nel 1980 si ritira Sadaharu Oh, dopo 22 stagioni, a 40 anni, sempre con gli Yomiuri Giants, il giapponese di origine taiwanese che ha battuto più fuoricampo di tutti, in carriera, e solo lui poteva avere il record di quelli battuti in un campionato, arrivando a quota 55 realizzati nel 1964, e come un “martello” dal box di battuta è entrato sempre più nei cuori dei fans giapponesi.
Sadaharu Oh è considerato il più grande giocatore della storia del baseball giapponese ed è spesso citato all’interno di questo volume, del quale ho citato il precedente brano per dimostrare come l’Autore conduce la narrazione, sapendo bene unire creatività a studio scientifico e lasciandoci scoprire in modo completo il baseball giapponese, che nel Paese nipponico assume connotati che vanno oltre gioco, per parlarci da vicino della vita. Alcuni passaggi di questo testo mi fanno ripensare a una bella poesia sul baseball di Richard Barter, dal titolo Imperfect men, che cito, chiudendo l’articolo.
Three canvas bases
Perfectly placed.
Home plate and the mound
Perfectly spaced.
The chalk laid down
In a perfect line.
The infield dirt
Raked perfectly fine.
Then the teams take the field —
And we’re reminded again.
It’s a perfect game
Played by imperfect men.
Traduzione:
Tre basi quadrate
perfettamente posizionate.
Casabase e il monte
perfettamente distanziati.
Il gesso si posa:
la linea è perfetta.
La terra dell’infield è
perfettamente rastrellata.
Le squadre scendono in campo
e, sì, lo rammentiamo ancora:
il baseball è un gioco perfetto,
giocato da imperfetti uomini.
Stefano Duranti Poccetti
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